Nell’ambito della collaborazione con EMMA, Careof presenta Ob skené, un’installazione sonora di Belen Zahera (Madrid, 1985), concepita come parte di un lavoro più ampio, cominciato lo scorso ottobre durante il periodo di residenza a Milano. Il progetto indaga il linguaggio come strumento ambiguo, adottato per capire, ma anche, il più delle volte, per ingannare.
Nell’antico teatro greco, la morte dei personaggi e altri episodi di violenza dovevano prendere luogo ob skenè, ovvero fuori dal palco, perché considerati troppo offensivi per essere visti direttamente dal pubblico. Nel corso degli anni i linguisti hanno affermato che l'etimologia della parola "osceno", che significa "ciò che è offensivo per i sensi o il gusto", potrebbe essere fatta risalire alle origini del teatro e più precisamente al termine "ob skené", dato la sua simile morfologia e la sua relazione con un certo grado di occultamento.

Tra ciò che deve essere nascosto e ciò che appare come un segno di cattivo presagio, cioè tra l'invisibilità e la visibilità, la logica di discontinuità, basata sul linguaggio, è costantemente al lavoro. Il linguaggio diventa un'operazione impura di mascheramento e smascheramento, uno strumento per capire, ma anche, il più delle volte, per ingannare. Seguendo queste idee e la pratica generale dell'artista, il progetto Ob skené approfondisce il funzionamento del linguaggio e della materia dal punto di vista del taglio, dell'interruzione e di quello che viene tralasciato e acquisito nell'azione di tale taglio o associazione. Il lavoro si presenta come una scena parziale sotto forma di un'installazione audio e sperimenta lo spiegamento di immagini mentali, a metà strada tra la memoria e l'immaginazione.