One More Reality è la prima tappa del progetto Milano/Marsiglia nato dal dialogo tra due organizzazioni per l’arte contemporanea - Careof e Documents d’artistes: si tratta di realtà, l’una italiana l’altra francese, di riferimento per il sistema artistico cittadino, molto radicate sul territorio d’azione e impegnate nella promozione e nella documentazione della creazione artistica contemporanea attraverso vari strumenti, primo fra tutti l’archivio. Le due associazioni sono inoltre accomunate dall’avere sede presso importanti esempi di archeologia industriale dedicati alla produzione artistica e culturale, La Fabbrica del Vapore a Milano e La Friche La Belle de Mai a Marsiglia.
Il progetto Milano/Marsiglia, nato da un’idea della curatrice indipendente Katia Anguelova, si muove su due binari paralleli: da una parte rappresenta una riflessione sullo strumento dell’archivio, dall’altra apre una finestra sulla scena artistica dei due paesi, attraverso le pratiche di artisti francesi e italiani, videoscreening e incontri con artisti e addetti ai lavori delle rispettive organizzazioni.
Gli appuntamenti si articolano in due tappe: dal 19 gennaio al 25 febbraio, Documents d’artistes è a Milano presso Careof e Le Centre culturel français de Milan; dal 4 marzo al 2 aprile Careof presenta presso La Friche La Belle de Mai una collettiva di artisti italiani e un progetto speciale di Dafne Boggeri per l’Istituto Italiano di Cultura.
One More Reality a cura di Guillaume Mansart presenta opere di 14 artisti francesi attivi nel sud della Francia. A queste si aggiungono portfolio d’artista, edizioni, pubblicazioni, libri in consultazione per l’approfondimento degli autori presenti nella mostra e nell’archivio marsigliese.
Martedì 9 febbraio la mostra ospita gli artisti Jean Baptiste Ganne e Cédric Teisseire, membri del collettivo La Station (www.lastation.org) che da vent’anni anima la scena artistica della città di Nizza, gestendo un luogo espositivo, una residenza e uno spazio per la ricerca.
Mercoledì 24 febbraio presso Le Centre culturel français de Milan gli artisti Denis Brun, Till Roeskens e Jean-Claude Ruggirello incontrano il pubblico e presentano i loro video.
Il titolo della prima tappa del progetto One more reality prende spunto dall’opera di Philippe Parreno, No more reality (1991): nel video, un gruppo di bambini, manifesta per le strade di Nizza, gridando "no more reality".
A vent’anni da quella manifestazione, la messa in questione della realtà sembra essere ancora di grande attualità. Se nessuno oggi reclama il rovesciamento del reale – sottolinea il curatore - è forse perchè il corso delle cose sembra già andare in questa direzione, lasciando convivere i due mondi, della realtà e dell’immaginario. One more reality: la necessità di rendere vicini universi paralleli, le millefeuille del possibile, l’intrusione volontaria e divertita del racconto nel quotidiano, la continua fuga dalla realtà. Sommare le realtà, moltiplicare gli strati significa mettere in discussione l’esistenza di un'unica verità. Un racconto per il mondo, un mondo per il racconto, per la creazione di universi che amplificano o distorcono le regole del nostro quotidiano.
Si aggiunge quindi storia alla storia come nel lavoro di Julien Tiberi. Anthony Duchène usa il linguaggio scientifico per creare lavori parte di un’ esperienza soggettiva. In Frédéric Clavère, i protagonisti arrivano dalla letteratura e dal cinema horror, così come in Marie-Eve Mestre, dove i personaggi interagiscono con "i nostri amici d’infanzia". Marc Etienne rimanda alla Valle del Perturbante, quale luogo della liquefazione di un reale divenuto colloso e faticamene minacciato dai coltelli di Sylvie Reno. I sogni di Marion Mahu rispondono alla stranezza dei disegni di Lina Jabbour ed entrano in collisione con le fotografie di Olivier Bedu. Se André Merian si concentra sullo sguardo che i media offrono della nostra società, Alexandre Gérard si diverte a trovare, nei dettagli insignificanti degli oggetti e delle immagini del quotidiano, spunti di meta-racconti provocanti e paranoici. Gerald Panighi crea dei micro-racconti tra disegni e brevi frasi. Emmanuel Regent gioca con discrezione, modificando in modo quasi impercettibile gli oggetti quotidiani, mentre Laurent Perbos li riorganizza per creare imponenti sculture.
Gli artisti presentati, quasi come manifestanti - in risposta alla «manifestazione» del 1991 di Parreno - affermano con forza la necessità di strutture narrative personalizzate. Sembrano rivendicare che questo mondo non basti più, ma ne serva more and more and more…
Con il contributo di Fondazione Cariplo, Istituto italiano di cultura di Marsiglia e Baboo