Julia Brown
Ha un MFA ottenuto presso CalArts e un BA ottenuto presso il Williams College. Nel 2006 ha ricevuto il premio di pittura della Dedalus Foundation. Il suo lavoro è stato esposto a: Real Art Ways, Hartfor; PARKHAUS im Malkastenpark, Kunsthalle Dusseldorf; LACE, Los Angeles; LMAK Projects, New York; Greenleaf Gallery at Whittier College; 507 Rose Gallery, Los Angeles; Artists Space, New York. Ha anche frequentato recentemente la Skowhegan School di pittura e scultura e la Fine Arts Work Center, Provincetown.
Antonia Carrara
Nasce a Roma nel 1982. Vive e lavora a Parigi.
Formazione: 2009/2010 - LE FRESNOY, studio international des arts contemporains. DNSAP, ENSBA, Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts de Paris. 2008 - M.A. ENSAD, Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs.
Mostre: 2010 - «Ellypse», Moulins de Paillard, Francia; «Panorama 12, Soft Machine», Le Fresnoy, Francia
2009 - «The common player», Mediamatic Bank, Amsterdam; «Contemporary Flânerie: Reconfiguring Cities», Oakland University 2008 - «Video Bardo», Centre Culturel Borges, Buenos Aires; «Plektrum Festival of Visual Sound», Tallinn, Estonia; «One Minute Film & Video Festival», Aarau, Svizzera
2007 - «10 jours 10 artistes 10 vidéos», Palais de Tokyo, Parigi; « Les yeux grands fermés », La Générale, Parigi
www.antoniacarrara.com
Danilo Correale
Il lavoro di Danilo Correale è diretto allo studio dell’impatto sociale delle immagini e al potere che alcune realtà dell’industria culturale, spesso inscrivibili all’interno della “pop archive”, hanno di imporre una memoria collettiva. La sua ricerca indaga possibili strategie di resistenza alle forme di propaganda mediata dalla cultura visiva e alla proliferazione di false mitologie.
Correale è nato a Napoli nel 1982, laureato in Scultura nel 2006 presso l’Accademia di Belle arti di Napoli, e nel 2009 presso il corso di studi di arte visiva e pratica curatoriale della Naba di Milano. Ha, fra l’altro, partecipato al Simposio “What is real”, ICP Education Department di New York, al programma di residenza della Fondazione Spinola Banna e dello spazio autogestito PIST di Istanbul.
Abbey Staine Dubin
Laureata alla Columbia University a New York, ha ottenuto il Master in Fine Arts presso l’UCLA. E’ fra i collaboratori del progetto “Our Literal Speed”, una serie di eventi al confine fra arte e storia in Europa e Nord America. Ha partecipato a mostre collettive a New York, Los Angeles e Londra. I suoi attuali progetti esplorano le strutture dell’autorità attraverso installazioni, video e performance.
Laura Duran
Nata a Bogota in Colombia, attualmente risiede a Miami. Il lavoro collaborativo con il gruppo “Baby Names” che organizza mostre della durata di una notte all’interno dei motel, è attualmente una parte importante della sua pratica artistica. La sua ricerca, partita da un retroterra in pittura e scultura, ha mosso verso una pratica basata su processualità e forme di collaborazione.
Birte Endrejat
Avendo il disegno come sfondo osserva ed esplora situazioni, sviluppando esperimenti che a volte vanno oltre la comprensione del suo lavoro artistico. E’ un membro del collettivo di artisti marc. Attualmente risiede a Berlino e segue gli studi di Visual Art presso l’Hochschule für Künste di Bremen. I suoi lavori sono stati esposti in Germania, Montréal (Canada), Nagoya (Giappone), Latore (Pakistan), Botkyrka (Svezia), Zurigo (Svizzera), Bangkok (Tailandia) e Cambridge (USA).
Fausto Falchi
Laureato in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, sta attualmente seguendo il Corso di Laurea magistrale in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Ha partecipato a laboratori con Jimmie Durham, Tania Bruguera, Marjetica Potrc, Antoni Muntadas, Benjamin Weil, Ciriaco Campus e Mino Trafeli. Nel 2004 ha fondato il collettivo artistico “Cerbero” (che è stato attivo fino al Maggio 2009), con il quale ha realizzato numerosi interventi di arte nello spazio pubblico, combinando tecnologia e performance. Attualmente la sua ricerca artistica è focalizzata sul problema endemico della relazione fra uomo e macchina e sull’indagine degli aspetti sociali della tecnologia. E’ un membro del collettivo “Sottobosco”.
Till Gathmann
Artista, tipografo e book designer, vive a Lipsia in Germania. Il suo lavoro indaga problematiche relative alla narrazione, all’allestimento ed alla semiotica della storia. Ha realizzato numerosi libri in collaborazione con artisti quali Peggy Buth, Sven Johne, Olaf Nicolai, Clemens von Wedemeyer. Ha insegnato tipografia alla School for Visual Arts di Lipsia, ed è co-fondatore di “Soir Critique”, serie di conferenze e seminari indipendenti presso la medesima scuola, che hanno affrontato temi come il Situazionismo, la NoArt, Samuel Beckett, ed il concetto di realismo nel cinema.
Adelita Husni-Bey
Artista italo-libica, nata a Milano nel 1985, nel 2003 si è trasferita a Londra, dove sta frequentando un BA in Fine Arts presso il Chelsea College of Art and Design, nonché un MA in sociologia e fotografia presso il Goldsmiths. Il suo lavoro affronta le modalità di costruzione della memoria collettiva, le articolazioni di una possibile grammatica della resistenza e forme di contestazione della geografia attraverso l’uso di film, fotografia e pittura.
Kentaro Ikegami
Nato a Tokyo, Giappone, nel 1986. Ottiene il BFA in scultura e installazione presso l’Ontario College of Art nel 2008 e un MA in Fine Art Media nel 2010. Ha vissuto a Hachinohe, Yokohama, e Tokyo, nonchè a Washington D.C, a Toronto e a Londra.
François Lemieux
Nato nel 1979 a Québec City. Dal 2007 ha sviluppato una pratica artistica che fa riferimento all’arte, all’architettura e al design. Il suo lavoro implica un commento critico ai meccanismi dell’economia, nonché alle relazioni che esistono fra gli oggetti, i mezzi della loro produzione e le circostanze della loro presentazione e ricezione.
Eric Martijn
Scultore, vive ad Amsterdam. Piuttosto che considerare le relazioni spaziali come un dato acquisito, il suo lavoro tenta di trasporre la realtà attraverso un intervento diretto, mettendo così in questione i parametri esistenti e l’esperienza dello spazio. Il suo intervento può risultare imponente o sottile, ma in ogni caso tenta di creare un nuovo insieme di accordi spaziali nei quali l’architettura cessi di essere una struttura imposta e diventi l’oggetto di una misurazione calibrata sulla dimensione umana. Tale nuova esperienza impegna l’osservatore in un dialogo, all’interno del quale si possa formare un nuovo livello di comprensione di ciò che ci circonda. A tale processo si può dare il nome di “spatial engineering”. Ogni materiale è scelto con cura sia concettualmente che dal punto di
vista scultoreo. La sua ispirazione prende forma a partire dagli specifici materiali che vanno a costituire uno spazio, nonché dalle interazioni sociali che si creano in esso: i materiali sono scolpiti e ricombinati per creare nuove realtà.
Ludovic Méhauté
Nato nel 1980 a Saint-Brieuc, Francia, vive e lavora a Berlino. Lavorando sia a livello individuale che in collaborazione, l’artista usa gli spazi pubblici come luoghi di sperimentazione. Gli oggetti raccolti durante le sue ricognizioni del territorio sono re-interpretati come opere d’arte attraverso la fotografia, il video, l’installazione ed il disegno. Tale processo è centrale nella sua esplorazione di come l’uomo percepisce i fenomeni naturali e quelli sociali.
Emily Morant
La sua pratica artistica è incentrata sulla ricerca dei modi di distinguere la transizione fra l’idea di “spazio” e quella di “posto”. L’artista avverte il bisogno di sviluppare un più ampio interesse e curiosità rispetto all’area in cui vive, e ciò è dovuto alla potenziale esperienza di alienazione dei suoi immediati dintorni. Il suo intento è quello di generare un più ampio livello di consapevolezza relativamente alla percezione del rapporto tra pubblico e privato, fra interno ed esterno, fra realtà e finzione, come esempi di crescita di un’identità legata ad un luogo. Attraverso uno scambio tra se stessa e il paesaggio, l’artista tenta di fornire una critica giocosa del concetto di periferia suburbana, e di ispirare azioni effimere a beneficio di altre persone con lo scopo di arricchire l’esperienza di un determinato luogo.
Elaine Marianne Reynolds
Ha studiato presso il National College of Art and Design di Dublino e presso l’Università di Ljubljana, Slovenia. Laureatasi nel 2007, attualmente vive nel nord-ovest dell’Irlanda. La sua pratica artistica è fortemente orientata verso la ricerca e la progettualità, e tende a utilizzare l’azione dal vivo e il mezzo video. Alcuni luoghi accuratamente scelti, con le loro qualità intrinseche, sono un elemento essenziale di tale ricerca. Spesso le sue opere mettono insieme tracce di associazioni libere con verità storiche e scientifiche. Causa/effetto, ripetizione e ciclicità sono temi ricorrenti. La documentazione di eventi unici è interpretata nel senso più ampio, e può prendere la forma di un testo, di un’immagine, di un oggetto, di un’esperienza.
Fabrizio Sartori
Nato nel 1980 a Roma, dove vive tuttora. Dopo gli studi in architettura ha approfondito la sua ricerca nel campo delle arti visive.
Alcune cose da sapere su di lui:
- soffre di vertigini
- ama gli animali, ma non gli invertebrati e gli aracnidi
- è viaggiatore per natura, ama spostarsi, anche solo di poco
I mezzi e le tecniche che utilizza sono i più vari, ma ha più volte dovuto riconoscere a se stesso e agli altri di favorire una visione bidimensionale.
Walter Benjamin Smith
Nato negli Stati Uniti, lavora a New York fin da prima dell’11 settembre
Elisa Strinna
Nata a Padova nel 1982; dopo essersi diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, nel marzo 2010 consegue la laurea specialistica in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. L’artista nel suo lavoro tende a sviluppare vari ambiti di ricerca, sia da un punto di vista stilistico che concettuale; affrontando medium e materiali diversi in questi ultimi anni si è concentrata in particolare sul linguaggio e sulle possibilità della traduzione, studiando varie modalità di trasmettere la storia. Nel 2008 è assegnataria per un anno di uno degli studi della Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia. Tra le principali mostre: “Elusive” (2010) a cura di Jimmie Durham, RAM, Roma; “Eppur si Muove” (2009) a cura di Inti Guerrero, Julia Klaring, Pieternel Vermoortel, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene; “OPERA 2009”, a cura di Mara Ambrozic e Stefano Coletto, DOCVA, Milano; “Iuav al MAXXI” (2008), a cura di Cornelia Lauf e Angela Vettese, museo MAXXI, Roma
Oriol Vilanova
E’ architetto laureato presso l’ETSALS di Barcellona.
E’ interessato ai processi del collezionare, del recitare, del pubblicare. Ha partecipato a mostre collettive fra cui “Guia secreta de la Ramala”, Virreina, 2010, “Have a look! Have a look!”, FormContent, Londra 2010, “The Malady of Writing”, MACBA, Barcellona 2009 oltre a mostre presso Afterall Online, Nogueras Blanchard Gallery, Casa Encendida Madrid, Espai Zer01, Circulo de Bellas Artes de Madrid, Museu Abelló, Centre d’Art Roca Umbert, La Capella, La Sala d’Art Jove, e all’interno di programmi quali Barcelona Producció, Injuve, Sant Andreu Contemporani e Idensitat. Sta lavorando a prossimi progetti presso CA2M, Virreina, and CNEAI Paris. In collaborazione con il curatore francese Thomas Boutoux dirige l’editoriale eff.
www.oriol-vilanova.com