Sovvertire la percezione dello spazio. Creare una struttura fragile e un apparato che limita e sottolinea dinamiche transitorie. Interrogarsi e interrogare sul concetto di memoria, normalità e identità di genere. Da queste riflessioni nasce Vorrei che il cielo fosse bianco di carta, la personale di Dafne Boggeri presso il nuovo spazio espositivo di Careof alla Fabbrica del Vapore.

Con un titolo carico di significato e preso a prestito da una canzone sulla Resistenza partigiana, il progetto di Dafne Boggeri innesca interferenze fra mondi e immaginari differenti, creando un dispositivo 'a cascata' di interventi che raccolgono la sua esperienza precedente per trattenerla e farne eco.
Durante la serata inaugurale lo spazio verrà occupato da un'installazione che inviterà il pubblico a partecipare ad una performance collettiva. Tracce dell’evento e parte della struttura rimarranno nei giorni successivi, dialogando con segni e lavori fra cui Last/Lost legato ad una performance realizzata durante la chiusura definitiva dello storico club parigino Le Pulp (2007). Stop Me If You Think You've Heard This One Before presenta invece la storia volutamente frammentata e irricomponibile della musicista tedesca Bettina Köster protagonista della scena No Wave di Berlino e New York negli anni '80.
In occasione della mostra verrà pubblicato il libro d'artista, Last/Lost - Stop Me If You Think You've Heard This One Before (2008) in 100 + 10 AE edizioni, 70 pagine a colori.
Con il contributo di Fondazione Cariplo