Nei lavori di Paola Sabatti Bassini c'è un continuo tentativo di individuare o di determinare forme e profili, ma permane uno sfasamento tra le sagome sfocate di persone e oggetti che lei fotografa e le linee di contorno che vi si sovrappongono sotto forma di disegni o che su di esse si stagliano sotto forma di ombre sottoposte al mutare della luce durante la giornata.
Questo sfasamento riflette l'impossibilità di aderire fino in fondo alla realtà, la precarietà di ogni nostro tentativo di "messa in forma" del mondo, destinata comunque ad essere rimessa in discussione ad ogni sopravvenire di elementi nuovi.
Oggi il mondo sembra orientarsi verso l'alta definizione adottando uno sguardo analitico che circoscrive il frammento per metterlo perfettamente a fuoco (sia pure, a volte, a costo di perdere di vista l'insieme. Ma quale frammento può esistere, però, quando viene a mancare il quadro di riferimento?).
Ci sono invece momenti in cui la realtà viene percepita a bassissima definizione, le cose, gli eventi, le relazioni umane appaiono un po' indistinti, offuscati da qualcosa che le rende inafferrabili. E questo può essere un lusso, un modo per preservare un'area di libertà in cui ancora sia possibile operare una ridefinizione del mondo che ci sta intorno.
Dallo sfondo emergono allora elementi che lasciano spazio all'immagerie, all'interpretazione individuale, al crearsi di visioni personali.
L'indistinto può essere il luogo dell'incontro che deve ancora avvenire, dell'imprevisto che irrompe improvviso e cambia le regole del gioco, della rivelazione grazie alla quale le cose acquistano o svelano un significato.
Può permettere di cogliere quel "non-so-che", poco evidente ma tanto importante, che sta nascosto dietro ogni cosa e ogni relazione, ma da cui i dettagli delle immagini troppo nitide rischiano di distrarci.
In altri momenti il rapporto tra l'insieme e i dettagli s'inverte, sono i particolari a diventare importanti e a fare la differenza. Gli oggetti emergono dall'indistinto come se avanzassero verso lo spettatore con una presenza inequivocabile, con i loro contorni netti, con un segno preciso e un carattere di concretezza.
È solo nell'età infantile, a cui Paola si richiama talvolta esplicitamente, che l'immaginazione ha un tale carattere di realtà che il mondo immaginario viene a fondersi col mondo esterno.
Per il resto, oscilliamo sempre tra la sensazione di vivere profondamente la realtà identificandoci con essa e quella invece di sperimentarla solo attraverso un diaframma. Nell'esperienza personale e unica degli accadimenti, i momenti in cui il mondo appare fluido e sfocato convivono con gli altri in una dialettica continua. Sono due visioni complementari, in cui ciò che è guadagnato per l'una è perso per l'altra.
Gabi Scardi
Nella saletta video Careof presenta quattro video di Paola Gaggiotti:
Proprietà Privata, 1994, 4’
Rosa Rosae, 199,5 4’
Senza titolo, 1996, 5’
Maria, 1998, 10’